Vincere le elezioni con i dati

Come funziona il neuromarketing in politica

Ottenere e mantenere il consenso politico è una sfida resa in un certo senso più a portata di mano grazie alle neuroscienze e all’opportunità fornita dai Big Data.

Oggigiorno è più semplice, grazie alla tecnologia, alla presenza capillare degli utenti sui social media, fare un targeting molto preciso e dettagliato di un ampio segmento di pubblico. 

Le elezioni americane del 2016 hanno dimostrato come, grazie ai Big Data, è possibile ottenere il successo politico utilizzando un volume consistente di informazioni sul processo decisionale del corpo elettorale. 

Vediamo insieme come funziona il neuromarketing applicato in politica, cosa sono i big data e come tutto questo influenza la comunicazione politica e potenzialmente il processo democratico. 

-Come funziona il neuromarketing

-Big data e politica

-Comunicazione politica e marketing elettorale

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Come funziona il neuromarketing

Il neuromarketing studia la risposta neurale ed emotiva di una persona ad uno spot o una comunicazione, attraverso tecniche come la risonanza magnetica, eye-tracker o EEG. 

Lo studio più famoso di neuromarketing con l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale è quello che ha visto contrapporsi i due colossi americani, la Pepsi e la Coca Cola. L’esperimento consisteva nel dividere le persone in due gruppi distinti. A un gruppo venivano fornite le due bevande senza l’indicazione del marchio, mentre il secondo gruppo sapeva chiaramente se stava consumando una pepsi o una coca cola. Il risultato fu sorprendente. Il gruppo che non era consapevole di quali marchi stava consumando aveva espresso apprezzamenti per la Pepsi, l’area del cervello che si era attivata era quella imputata alla piacevolezza. 

Il gruppo che era consapevole di avere di fronte i due marchi aveva comunicato un apprezzamento maggiore per la Coca Cola, ma l’area cerebrale che si era attivata era quella frontale, legata al processo cognitivo. 

Emerge da questo esperimento di come il posizionamento e la riconoscibilità della Coca Cola fa presa immediata sui consumatori. 

Big data e politica

I Big data altro non sono che una volume importante di dati digitali raccolti attraverso diverse tipologie di risorse, principalmente attraverso i social media. Non si tratta di nulla di nuovo, se non fosse per il fatto che le nuove tecnologie hanno reso il cosiddetto microtargeting ancora più semplice e immediato. Il microtargeting consiste principalmente nel segmentare un grande gruppo in segmenti più piccoli ai quali indirizzare messaggi specifici che possiamo prevedere con una certa accuratezza faranno presa dal punto di vista emotivo. Come lo sappiamo? Grazie alla varietà dei dati raccolti circa gli interessi, le passioni, le paure, i bisogni, i modi di comunicare delle persone.

Comunicazione politica e marketing elettorale 

Barack Obama è stato il primo ad utilizzare in modo consistente il microtargeting. 

Durante la campagna presidenziale del 2012 aveva assunto diversi data scientist, ex dipendenti Google, Facebook e Amazon che dovevano gestire e analizzare i big data.

Altro esempio lampante di utilizzo dei big data a fini elettorali si è avuto durante la campagna presidenziale del 2016, nella quale un ruolo fondamentale hanno avuto i social media, tanto che persino Donald Trump ha fatto sapere che senza twitter probabilmente non avrebbe vinto le elezioni. 


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